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      Ma quello, che rende pił detestabile la loro condotta, si č che non esaminarono, ma sparsero il sangue di tanti sudditi innocenti per puri sospetti, per semplice gelosia di Stato, per l'orribile costume che ha il dispotismo d'incrudelire senza poter neppure rendere ragione a se stesso, perchč incrudelisca.
     
      La falsa accusa di ateismo;
      secondo motivo della persecuzione.
     
      RISTRETTO. I Cristiani erano rappresentati come una societą di Atei; nč si vedeva, quale Divinitą, e quale specie di culto avessero sostituito agli Dei ed ai tempj dell'antichitą. I Filosofi, che ammettevano l'unitą di Dio, erano persuasi, che i pregiudizi popolari dipendono dall'originale disposizione della natura umana, e che un culto fatto pel popolo, se crede di non aver bisogno de' sensi, dą nel fanatismo. Si avvisavano che i Cristiani degradassero l'unitą di Dio colle loro chimeriche speculazioni. Sarebbe sembrato meno sorprendente, che avessero rispettato G. C. come un sapiente, come un savio, che adoratolo come un Dio. I Politeisti erano disposti dalle leggende di Bacco, d'Ercole e di Esculapio a veder comparire il Figliuolo di Dio sotto forma umana; ma si maravigliavano, che i Cristiani abbandonati gl'inventori delle arti e delle leggi e i domatori de' mostri e de' tiranni, scegliessero per oggetto esclusivo del loro culto un oscuro maestro che di fresco, e presso un popolo barbaro era stato vittima della malizia o della gelosia; rigettavano l'immortalitą offerta da Cristo e la sua risurrezione, e desideravano la sua nascita equivoca, la sua vita e la sua morte ignominiosa.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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