Nell'affar dall'incendio non fu perseguitata direttamente la fede de' dogmi; ma i Cristiani non soffrirono quel barbaro trattamento se non perchè professavano una Religione, accusata dall'odio del genere umano, e capace d'incendiare la capitale dell'Impero.
Ma riguardo alla Religione stessa, Tertulliano dice, che Traiano annullò leggi contrarie a' Cristiani: e prima di questo Principe le rammentate leggi non possono ascriversi che a Domiziano ed a Nerone. Lattanzio pure scrive, che Nerone si accinse a rovinare il tempio celeste. Da ultimo S. Pietro e S. Paolo conseguirono la palma del martirio sotto questo Principe, ma non nell'occasione dell'incendio di Roma. Se ciò è vero, la persecuzione dovè essere generale.
Tolto questo mostro dal mondo, il Senato ne annullò gli atti, e i Principi, che vennero appresso sino a Domiziano, non consta(193) , che avessero pubblicate leggi contro i Cristiani. Ma non perciò si lasciava di procedere contro di loro, in virtù delle leggi generali che venivano a ferirne l'istituto. Ma veniamo a Domiziano.
RISTRETTO. Avendo il fuoco incendiato il tempio del Campidoglio, gl'Imperadori imposero una tassa ai Giudei; il che diede motivo di vessarli: i Cristiani, che passavano per Giudei, furono involti nella persecuzione. Dei due figliuoli di Flavio Sabino zio di Domiziano, il maggiore fu convinto di cospirazione; il minore detto Flavio Clemente dovè la sua sicurezza alla mancanza di coraggio e di abilità, ma finalmente fu fatto morire: e Domitilla sua moglie fu rilegata.
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