RISPOSTA. Lattanzio rispondeva a questi filosofi, che la stupidità o la stoltezza si trova sempre in pochi; che non si concepisce come divengano folli ad un tratto persone in gran numero, di ogni età, di ogni sesso, di ogni condizione, sparse in tante diverse regioni. Vuolsi ancora notare che la pretesa frenesia derivava da un sistema di dottrina ragionato, ed era la conchiusione di un sistema di vivere similmente ragionato. Da ultimo è certo che la vista de' Martiri talora convertiva improvvisamente gli astanti, che si dichiaravano Cristiani per morire egualmente Martiri. Ciò non è frequente nell'ordine della natura.
Prima che il Martire Ignazio prorompesse in sentimenti opposti alla comune inclinazione della natura dell'uomo, S. Paolo aveva detto: cupio dissolvi et esse cum Christo. Perciò noi siamo portati ad ammirarli invece di criticarli. Ma chi ha perduto il tatto spirituale, ed ha riposto ogni suo bene negli oggetti grossolani de' sensi, certamente nulla più dee temer che la morte.
Terza digressione sul rilassamento,
che s'introdusse per gradi.
RISTRETTO. Quest'ardor della mente diè luogo insensibilmente alle speranze e timori più naturali del cuore umano, all'amor della vita, all'apprension della pena, ed all'orrore del proprio discioglimento. I regolatori più prudenti della Chiesa trovaronsi costretti a raffrenar l'indiscreto fervore de' lor seguaci, e a diffidare d'una costanza che troppo spesso gli abbandonava nel momento del pericolo. A misura che divenne meno mortificata ed austera la vita de' Fedeli, essi furono meno ambiziosi degli onori del martirio.
| |
Martiri Cristiani Martiri Martire Ignazio S. Paolo Christo Chiesa Fedeli
|