RISPOSTA. O l'Autore ha falsificato l'editto, o lo ha malamente tradotto dal latino. Nell'originale non si nominano mai le leggi, sulle quali tanto s'insiste nella traduzione. La disciplina Romana che Galerio voleva rimettere, significa, come lo avverte il Mosemio, la Religione. Così Galerio suppone, che i Cristiani andavano contro la Religione Romana, non contro le antiche leggi, e contro la disciplina civile. Nel testo si legge, ut Christiani, qui parentum suorum reliquerunt sectam, ad bonas mentes redirent; ed in fatti, i moderni platonici li accusavano di essersi allontanati dal primo loro istituto. Le parole sectam parentum suorum, chiarissime in se stesse, nella traduzione esprimono, che i Cristiani avevano abbandonata la Religione de' loro maggiori Idolatri, poichè soggiugne disprezzando presuntuosamente le pratiche dell'antichità, avevano inventate leggi, ed opinioni stravaganti, secondo i dettami del loro capriccio, e che però i delusi Cristiani si dovevano ricondurre nella via della ragione, e della natura. In verità bisogna avere una fronte molto intrepida, per portar la impostura ad un segno tanto alto.
Conchiudiamo sopra Galerio, e sopra Diocleziano. Questo Principe fu piuttosto sciocco, che crudele: e nella persecuzione servì di puro strumento. Il vero Autore ne fu il primo, che per le stragi, e le carneficine giunse al suo intento di ristabilire la monarchia universale; ma anzichè poterne godere egli il frutto, morì dal dolore di aver messo in libertà il giovane Costantino, a cui il cielo aveva destinato il trono del Mondo.
| |
Autore Romana Galerio Mosemio Religione Galerio Cristiani Religione Romana Christiani Cristiani Religione Idolatri Cristiani Galerio Diocleziano Principe Autore Costantino Mondo
|