San Dionisio numera 17 Martiri, non determinatamente, non escludendo gli altri, ma trascegliendo i più illustri.
Così pure va inteso Eusebio; e basta dare una scorsa alla sua Storia della persecuzione, e far attenzione all'espressioni che adopra in descriverla, per rimanerne convinto.
Il calcolo formato sopra i Martiri della Palestina si fonda sopra due supposizioni, l'una falsa, e l'altra non provata. Che i Martiri ivi costituissero la sedicesima parte de' Cristiani, non è provato neppure per congettura. E che Eusebio nominandone 92 intenda parlare esclusivamente, si è veduto, ch'è falso; e vuolsi aggiungere, che nel luogo stesso, dice, che in ogni provincia la moltitudine de' Martiri fu innumerabile; e parlando della Tebaide riflette, che in un sol giorno ne furono tanti decapitati, che il ferro perdè il taglio, e gli esecutori si succedevano per la stanchezza l'uno all'altro.
Del resto, abbiamo gli editti de' persecutori; ed abbiamo gli Atti sinceri de' Martiri, da' quali, ancorchè se ne detragga un terzo, sempre ne resterà un numero prodigioso.
Terminiamo col Mosemio, Autore a lui famigliare: Essere non pochi, ma molti quelli, che, per tre secoli e più, sostennero la morte per Cristo, è noto per gravissime testimonianze, e di parole, e di cose. Ma è anco fuori di dubbio, doversi detrarre un piccolo numero dall'immenso esercito di Martiri, che predicano egualmente i Greci ed i Latini. Non è da dispregiarsi l'opinione del Dodwello, se si determini così. I Martiri sono molto più pochi di quello, che crede il volgo.
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