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      L'Imperatore stesso, a piedi, con una lancia in mano, conduceva la solenne processione, e dirigeva la linea che si tirava per limite della nuova capitale, fintanto che s'incominciò ad osservare con istupore dagli astanti la gran circonferenza di essa, ed essendosi alcuni di loro finalmente avventurati ad avvertirlo, che aveva già oltrepassato il più vasto circuito di una gran città, "Io proseguirò sempre avanti (replicò Costantino ) fintanto che Egli, l'invisibil guida, che cammina avanti di me, non crederà a proposito di fermarsi"(227). Senza presumere d'investigar la natura o i motivi di questo condottiero straordinario, ci contenteremo della più umil cura di descrivere l'estensione ed i limiti di Costantinopoli(228).
      Nello stato in cui presentemente si trova la città, il palazzo ed i giardini del Serraglio occupano il promontorio di levante, ch'è il primo de' sette colli; e contengono circa cento cinquanta acri della nostra misura(229). Si è costruita su' fondamenti d'una Repubblica Greca la sede della gelosia e del dispotismo Turco, ma è da supporsi che i Bizantini fosser tentati, dalla comodità del porto, ad estendere le loro abitazioni da quella parte oltre i moderni confini del Serraglio. Le nuove mura di Costantino s'estesero dal porto fino alla Propontide, attraverso la maggior larghezza del triangolo, alla distanza di quindici stadi dalle antiche fortificazioni; ed inclusero nel loro recinto, insieme con la città di Bizanzio, cinque de' sette colli, che agli occhi di quelli che s'avvicinano a Costantinopoli, par che in bell'ordine s'innalzino l'uno sopra dell'altro(230). Circa un secolo dopo la morte del fondatore, le nuove fabbriche, slargandosi da un lato sul porto e dall'altro lungo la Propontide, già occupavano l'angusta cima del sesto e l'ampia sommità del settimo colle.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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