Ma sino dal regno di Diocleziano furono aboliti anche questi vestigi di libertą, ed i felici candidati, che venivano insigniti degli annuali onori del Consolato, affettavan di deplorare l'umiliante condizione de' loro predecessori. Gli Scipioni ed i Catoni eran ridotti a sollecitare i voti de' plebei, a sostenere le gravi e dispendiose formalitą d'una elezione popolare, e ad esporre la lor dignitą alla vergogna di un pubblico rifiuto; laddove il loro pił fortunato destino gli avea serbati ad un secolo e ad un governo, in cui si dispensavano i premj della virtł dall'infallibil sapienza di un grazioso Sovrano(280). Dichiaravasi nelle lettere, cui l'Imperatore spediva a' due Consoli eletti, ch'essi erano stati creati per la sola di lui autoritą(281). I loro nomi e ritratti, incisi sopra tavolette d'avorio dorate, si spargevano per l'Impero come presenti, che facevansi alle Province, alle Cittą, a' Magistrati, al Senato ed al Popolo(282). Si faceva la solenne loro inaugurazione dov'era la residenza Imperiale, e per lo spazio di centovent'anni Roma fu continuamente priva della presenza degli antichi suoi magistrati(283). La mattina del primo di Gennaio, i Consoli assumevano le insegne della lor dignitą. Si vestivano in tal occasione d'un abito di porpora con ricami di seta e d'oro, ed alle volte con ornati di sontuose gemme(284). In questa solennitą erano corteggiati da' pił eminenti uffiziali dello Stato e della milizia, in abito di Senatori; ed i littori portavano avanti di loro gli inutili fasci, armati colle, una volta, formidabili scuri(285). La processione dal palazzo(286) andava al Foro o piazza principale della cittą, dove i Consoli salivano sul lor Tribunale, e si assidevano sulle sedie curuli, fatte all'usanza degli antichi tempi.
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