I lor tribunali erano abbandonati, il loro numero, che altre volte era stato variamente fra i dodici e i diciotto(305), fu appoco appoco ridotto a due o tre, e le loro importanti funzioni si ristrinsero alla dispendiosa obbligazione(306) di dare i giuochi per divertimento del Popolo. Dopo che l'uffizio de' Consoli Romani si cangiò in una vana pompa, che rare volte si sfoggiava nella capitale, i Prefetti presero il vacante lor posto in Senato, e furono ben presto riconosciuti come i Presidenti ordinari di quella augusta assemblea. Ricevevano essi gli appelli fino alla distanza di cento miglia, e risguardavasi come un principio di giurisprudenza, che da loro soli dipendeva tutta l'autorità municipale(307). Nell'esecuzione del suo laborioso impiego, era il Governatore di Roma assistito da quindici uffiziali, alcuni de' quali in origine erano stati uguali o anche superiori di esso. Le principali sue incumbenze si riferivano al comando di una copiosa guardia, stabilita per difender la città dagli incendi, da' rubamenti e da' notturni disordini; alla custodia e distribuzione del grano e delle provvisioni pubbliche; alla cura del porto, degli acquedotti, delle comuni cloache, della navigazione e del letto del Tevere; ed all'inspezione sopra i mercati; i teatri e le opere sì private che pubbliche. La lor vigilanza risguardava i tre principali oggetti di una regolar polizia, vale a dire la sicurezza, l'abbondanza e la mondezza della città; ed era destinato un particolare inspettore per le statue in prova dell'attenzione del governo a conservar lo splendore e gli ornamenti della Capitale: questi era come un custode di quell'inanimato popolo, che secondo lo stravagante computo d'un antico Scrittore, appena era inferiore di numero a' viventi abitatori di Roma.
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