Mentre l'uno differiva di prestar quell'aiuto, che l'altro sdegnava di sollecitare, le truppe rimanevano bene spesso senza ordini o senza paghe; tradivasi la pubblica sicurezza, ed i sudditi senza difesa erano esposti al furore dei Barbari. L'amministrazione così divisa, qual fu stabilita da Costantino, indebolì il vigor dello Stato, mentre assicurò la tranquillità del Monarca.
Si è meritamente censurata la memoria di Costantino per un'altra innovazione, che corruppe la disciplina militare, e preparò la rovina dell'Impero. I diciannove anni, che precederono l'ultima sua vittoria sopra Licinio, erano stati un periodo di licenza, e d'interna discordia. I rivali, che contendevano per il possesso del Mondo Romano, avean ritirata la maggior parte delle lor forze dalla guardia delle loro frontiere generali; e le principali città, che formavano i confini de' rispettivi loro dominj, eran piene di soldati che ne risguardavano i nazionali come i più implacabili loro nemici. Dopo che fu cessato il bisogno di queste interne guarnigioni col fine della guerra civile, il conquistatore mancò di prudenza o di fermezza per restituire la severa disciplina di Diocleziano, e per sopprimere una fatale indulgenza, che l'abito avea renduta cara, e quasi avea confermata all'ordine militare. Nel regno di Costantino, fu ammessa una popolare ed anche legal distinzione fra' Palatini(327) ed i Confinanti, fra le truppe, che impropriamente dicevansi del palazzo, e quelle delle frontiere. I primi si distinsero per la superiorità della paga e de' privilegi, ed era loro permesso, eccettuate le straordinarie occorrenze di guerra, di tenere tranquillamente i loro quartieri nel cuore delle Province.
| |
Barbari Costantino Stato Monarca Costantino Impero Licinio Mondo Romano Diocleziano Costantino Palatini Confinanti Province
|