Per quanto possan questi mali sembrar terribili, si ristringevan per altro a quel piccolo numero di sudditi Romani, la pericolosa situazione de' quali era in qualche modo compensata dal godimento di que' vantaggi o di natura o di fortuna, che gli esponevano alla gelosia del Monarca. Gli oscuri milioni di sudditi di un grand'Impero hanno molto men da temere la crudeltà che l'avarizia de' lor Signori; e la loro umile felicità è principalmente aggravata dal peso delle tasse eccessive, che dolcemente premendo i ricchi, discendono con gravità accelerata sulle inferiori e più indigenti classi della società. Un ingegnoso Filosofo(368) ha calcolato la misura universale delle pubbliche imposizioni secondo i gradi di libertà e di servitù; ed asserisce, che a tenor d'una legge invariabile di natura deve sempre crescere colla prima, e diminuire in giusta proporzione colla seconda. Ma questa riflessione, che tenderebbe ad alleggiare le miserie del dispotismo, è in contraddizione almeno coll'istoria del Romano Impero, che accusa i medesimi Principi di avere spogliato ed il Senato della sua autorità, e le Province de' loro beni. Senz'abolire tutte le varie costumanze e i pesi sulle merci, che senz'accorgersene sono pagati dall'apparente scolta del compratore, la politica di Costantino e de' suoi successori preferì una semplice diretta maniera di tassazione, più coerente allo spirito d'un governo arbitrario(369).
Il nome e l'uso dello Indizioni(370), che serve ad assicurar la cronologia de' secoli di mezzo, nacque dalla pratica regolare de' Romani tributi(371). L'Imperatore sottoscriveva di propria mano con inchiostro purpureo l'editto o l'indizione solenne, che tenevasi affissa nella città principale di ciascheduna Diocesi, per lo spazio di due mesi precedenti il primo di Settembre.
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