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      L'intraprendere di schiarirle può per avventura spargere qualche lume sull'interessante materia delle finanze nel decadente Impero.
      I. Egli è chiaro, che finattanto che l'immutabil costituzione della natura umana produce e mantiene una divisione sì disuguale di beni, la parte più numerosa della società resterebbe priva della sua sussistenza se volesse imporsi a tutti un'ugual tassa, dalla quale rileverebbe il Sovrano una ben piccola entrata. Tale invero sarebbe anche la teoria della capitazione Romana; ma in pratica non si sentiva più quest'ingiusta uguaglianza subito che il tributo si fondava sul principio di un'imposizione reale non già personale. Si univano più indigenti cittadini a comporre un sol capo, o una parte della tassazione; mentre un ricco Provinciale in proporzione delle sue sostanze, rappresentava egli solo varj di questi enti immaginari. In una poetica supplica, diretta ad uno degli ultimi e più meritevoli fra i Principi Romani, che regnava nella Gallia, Sidonio Apollinare rappresenta il suo tributo sotto la figura d'un triplice mostro, del Gerione delle Greche favole, e prega il nuovo Ercole a graziosamente degnarsi di salvargli la vita con tagliare i tre capi di quello(382). La fortuna di Sidonio era molto superiore alla ricchezza ordinaria d'un poeta, ma se egli avesse proseguito l'allusione, avrebbe dovuto rappresentare molti de' nobili Galli con i cento capi della formidabile Idra, che si estendevano sulla superficie del paese, e divoravano la sussistenza di cento famiglie.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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