Viene attestato, e forse mitigato il crudel trattamento degl'insolventi debitori del Fisco da un editto molto umano di Costantino, che disapprovando l'uso de' tormenti e delle verghe, assegna un'ampia ed ariosa prigione per luogo della loro custodia(391).
Queste tasse generali erano imposte ed esatte per assoluta autorità del Monarca; ma le offerte, che secondo le occasioni facevansi dell'oro coronario, conservarono sempre il nome e l'apparenza del consenso del Popolo. V'era un uso antico, che i confederati della Repubblica, i quali ascrivevano la lor salvezza, o liberazione al buon successo delle armi Romane; ed anche le città dell'Italia, che ammiravano il valore del vittorioso lor Generale, adornavan la pompa del suo trionfo con doni volontari di corone d'oro, le quali dopo la cerimonia eran consacrate nel tempio di Giove per rimanere come un durevol monumento della sua gloria ne' futuri secoli. Il progresso dello zelo e della adulazione moltiplicò ben presto il numero, ed accrebbe la grandezza di questi popolari donativi; ed il trionfo di Cesare fu adornato di duemila ottocento ventidue massicce corone, il peso delle quali ascendeva a ventimila quattrocento quattordici libbre d'oro. Fu immediatamente fatto fondere questo tesoro dal prudente Dittatore, che conosceva sarebbe stato più utile a' suoi soldati che agli Dei: l'esempio di lui fu imitato da' suoi successori, e fu introdotto il costume di mutar questi splendidi ornamenti nel più grato dono di corrente moneta d'oro dell'Impero(392). A lungo andare, i donativi spontanei furono esatti come dovuti per obbligo; ed invece di ristringersi all'occasione d'un trionfo, si supponeva, che si largissero dalle varie città delle province della Monarchia, ogni volta che l'Imperatore si compiaceva d'annunziare il suo avvenimento al trono, il suo Consolato, la nascita d'un figlio, la creazione d'un Cesare, una vittoria contro i Barbari, o qualunque altro reale o immaginario successo che felicitava gli annali del suo regno.
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