I destinati suoi successori ebbero la disgrazia di nascere, e d'esser educati nella porpora Imperiale. Continuamente attorniati da una copia d'adulatori, passarono la lor gioventù fra le delizie del lusso e coll'espettazione d'un trono; nè la dignità del lor grado avrebbe permesso loro di scendere da quel sublimo posto, d'onde sembra che i diversi caratteri della natura umana prendano un aspetto liscio ed uniforme. L'indulgenza di Costantino gli ammise in una ben tenera età a partecipare dell'amministrazion dell'Impero; ed essi studiavan l'arte di regnare a spese del popolo affidato alla lor cura. Costantino il Giovane fu destinato a tener la sua Corte nella Gallia: ed il suo fratello Costanzo mutò quel dipartimento, ch'era stato l'antico patrimonio del loro padre, nelle più opulenti e meno marziali regioni d'Oriente. L'Italia, l'Illirico occidentale e l'Affrica erano assuefatte a riverir Costante, terzo suo figlio, come rappresentante il gran Costantino. Egli stabilì Dalmazio sulla frontiera Gotica, alla quale congiunse il governo della Tracia, della Macedonia e della Grecia. Fu scelta la città di Cesarea per residenza d'Annibaliano, e furon destinate le Province del Ponto, della Cappadocia e dell'Armenia Minore per formare l'estensione del suo nuovo regno. Si provvide un conveniente stabilimento per ciascheduno di questi Principi. Fu accordata una giusta porzione di guardie, di legioni e di ausiliari per la respettiva lor dignità e difesa. I Ministri ed i Generali, che posti furono intorno alle loro persone, eran tali quali Costantino potè credere che avrebbero assistito ed anche censurato questi giovani Sovrani nell'esercizio del lor delegato potere.
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