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      Costantino sopravvisse circa dieci mesi a quella solenne ceremonia; e nella matura etā di sessantaquattro anni, dopo una breve malattia, finė la memorabil sua vita nel palazzo d'Aquirion ne' sobborghi di Nicomedia, ov'erasi ritirato per godere il vantaggio dell'aria, colla speranza di ricuperare l'esauste sue forze mediante l'uso dei bagni caldi. L'eccessive dimostrazioni di dispiacere o almeno di lutto sorpassarono tutto ciō ch'erasi mai praticato in altre simili precedenti occasioni. Nonostante la pretensione del Senato e del Popolo dell'antica Roma, il cadavere del morto Imperatore, secondo l'ultima sua richiesta, fu trasportato nella cittā, ch'era destinata a conservare il nome e la memoria del suo fondatore. Il corpo di Costantino, adornato della porpora e del diadema, vani simboli di grandezza, fu collocato sopra un talamo d'oro in un appartamento del palazzo, che a tal effetto s'era splendidamente apparato e ripieno di lumi. Furono esattamente osservate le formalitā della Corte; ogni giorno alle ore stabilite i principali uffiziali dello Stato, dell'armata e del palazzo, accostandosi con ginocchia piegate e con portamento composto alla persona del loro Sovrano, gli offerivano il loro rispettoso omaggio colla medesima serietā, che se fosse stato in vita. Questa teatrale rappresentazione fu continuata per motivi di politica qualche tempo; nč l'adulazione poteva ometter l'opportunitā d'osservare, che il solo Costantino per uno special favore del cielo avea regnato anche dopo la morte(441).


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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