Essi proseguivano i loro studi, e facevano i loro esercizi sotto la guardia de' più periti maestri; ed il numeroso corteggio, destinato ad accompagnare, o piuttosto a guardare i nipoti di Costantino, era degno della dignità di lor nascita. Ma non potevano essi dissimulare a se medesimi, ch'eran privi di sostanze, di libertà e di sicurezza, separati dalla società di quelli, a' quali avrebber potuto accordare la confidenza e la stima, e condannati a passare le triste ore loro in compagnia di schiavi addetti a' comandi d'un Tiranno, che già gli aveva offesi fuor di qualunque speranza di riconciliazione. A lungo andare però le necessità dello Stato costrinsero l'Imperatore o piuttosto i suoi Eunuchi ad investir Gallo, nel ventesimo quinto anno della sua età, del titolo di Cesare, ed a confermare tal politica unione, mediante il matrimonio di lui colla Principessa Costantina. Dopo un formale incontro, nel quale i due Principi reciprocamente impegnaron la propria fede di non intraprender giammai cosa alcuna in pregiudizio l'uno dell'altro, si portarono senz'indugio alle rispettive loro stazioni. Costanzo continuò la sua marcia vers'Occidente, e Gallo fissò la sua residenza in Antiochia, di dove, con delegata autorità, amministrava le cinque gran Diocesi della Prefettura Orientale(507). In questo fortunato cambiamento il nuovo Cesare non dimenticò il fratello Giuliano, che ottenne gli onori del suo grado, le apparenze della libertà e la restituzione d'un ampio patrimonio(508).
Gli scrittori più indulgenti verso la memoria di Gallo, e Giuliano egli stesso, quantunque desiderasse di tirare un velo sopra le fragilità del fratello, sono obbligati a confessare, che Cesare non era capace di regnare.
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