Dopo tante reciproche ingiurie Gallo avea ragione di temere e di diffidare. Ma egli avea trascurate le opportunità di fuggire e di resistere; fu sedotto dalle assicurazioni adulatrici del Tribuno Scudilone, che sotto le sembianze di ruvido soldato copriva la più artificiosa insinuazione; ed affidossi al credito di Costantina sua moglie, finchè la intempestiva morte di questa Principessa diede compimento alla rovina, in cui egli era rimasto involto per le impetuose di lei passioni(516).
[A. D. 355]Dopo un lungo indugio, Cesare con repugnanza intraprese il suo viaggio verso la Corte Imperiale. Traversò egli la vasta estensione de' suoi dominj da Antiochia ad Adrianopoli con un numeroso ed imponente corteggio; e siccome procurava di celare al mondo e forse a se stesso le sue apprensioni, diede al popolo di Costantinopoli il trattenimento de' giuochi nel Circo. Poteva però nel progresso del viaggio essersi accorto dell'imminente pericolo. In tutte le principali città era incontrato da ministri di confidenza, che avevan commissione d'occupar le cariche del Governo, d'osservare i suoi movimenti, e di prevenire la precipitosa furia della sua disperazione. Le persone, spedite per assicurar le Province che lasciavasi addietro, passavan oltre con freddi saluti o con affettato disprezzo; ed all'avvicinarsi ch'egli faceva, allontanavano a bella posta le truppe, che avevano i quartieri lungo la pubblica strada, per timore che potessero esser tentate ad offerire le loro spade per fare una guerra civile(517). Dopo di essersi permesso a Gallo il riposo di pochi giorni in Adrianopoli, egli ricevè un ordine espresso nello stile più assoluto ed altiero; che lo splendido di lui treno dovesse fermarsi in quella città, e Cesare stesso con soli dieci carri di posta si affrettasse di giungere alla residenza Imperiale di Milano.
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