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      Un incendio generale scoprì le capanne de' Barbari, ch'erano situate nel profondo della foresta; ed il soldato combatteva con fiducia sopra un pantanoso terreno, in cui non si camminava che con pericolo. In tal estremità i più bravi fra' Limiganti eran determinati a morire colle armi in mano piuttosto che cedere; ma finalmente prevalse il sentimento più mite, invigorito dall'autorità de' lor vecchi; ed una supplice folla di essi, seguita dalle mogli e da' figli, portossi al campo Imperiale per sapere il loro destino dalla bocca del conquistatore. Dopo d'aver celebrato la viva clemenza, che era sempre inclinata a perdonare i replicati loro delitti, ed a risparmiare il restante d'una colpevol nazione, Costanzo assegnò loro per luogo di esilio un lontano paese, dove potevan godere una sicura ed onorevole quiete. I Limitanti obbediron con ripugnanza, ma avanti di giungere, o almeno avanti d'occupare le abitazioni ad essi destinate, tornarono alle rive del Danubio, esagerando i travagli della loro situazione, e chiedendo con fervide proteste di fedeltà, che l'Imperatore si degnasse di conceder loro un tranquillo stabilimento dentro i confini delle Province Romane. In vece di consultar l'esperienza, ch'egli stesso avea fatto della loro incorreggibile perfidia, Costanzo prestò orecchio a' suoi adulatori, che furon pronti a mettergli in vista l'onore ed il vantaggio di ricevere una colonia di soldati in un tempo, in cui era più facile d'ottener da' sudditi dell'Impero delle contribuzioni pecuniarie, che il militar servizio.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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