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      Fu permesso a' Limiganti di passare il Danubio; e l'Imperatore diede udienza alla moltitudine in una larga pianura vicina alla moderna città di Buda. Essi circondarono il Tribunale, e pareva, che ascoltassero con rispetto una orazione piena di dignità e di dolcezza, quando uno de' Barbari, gettando per aria la sua scarpa, gridò ad alta voce Marha! Marha! parola di diffidenza, che fu ricevuta come segnale del tumulto. Corsero così con furia ad impadronirsi della persona dell'Imperatore; dalle rozze lor mani fu saccheggiato il suo trono reale e l'aureo suo letto; ma la difesa fedele delle sue guardie, che gli morirono a' piedi, gli procurò un momento di tempo per salire sopra un veloce cavallo, e sottrarsi alla confusione. La disgrazia incorsa per una sorpresa di traditori, fu presto vendicata dal numero e dalla disciplina de' Romani; nè si finì il combattimento che coll'estinzione del nome e della nazione de' Limiganti. I Sarmati, liberi, furon di nuovo posti in possesso delle antiche loro sedi, e sebbene Costanzo diffidasse della leggerezza del loro carattere, pure aveva qualche speranza che un sentimento di gratitudine influir potesse nella futura loro condotta. Aveva egli osservato l'alta statura e l'ossequioso contegno di Zizais uno de' più nobili fra' lor Capitani. Gli conferì dunque il titolo di Re; e Zizais dimostrò di non essere indegno di regnare con un sincero e durevole attaccamento agl'interessi del suo benefattore, che dopo tale splendido fatto ricevè il nome di Sarmatico dalle acclamazioni del vittorioso suo esercito(543).


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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