Pure anche questa speculativa filosofia, che gli uomini d'affari son troppo inclinati a disprezzare, aveva infuso nello spirito di Giuliano i precetti più nobili, ed i più splendidi esempj; l'aveva animato coll'amor della virtù, col desiderio della fama, e col disprezzo della morte. L'abito di temperanza, che si commenda nelle scuole, diviene anche più essenziale nella severa disciplina d'un campo. I puri bisogni della natura regolavano la misura del suo cibo e del suo sonno. Rigettando con isdegno le delicatezze preparate per la sua tavola, egli saziava il suo appetito colle semplici e comuni vivande assegnate a' più bassi soldati. Nel rigor d'un inverno della Gallia non volle mai soffrire il fuoco nella sua camera, e dopo un breve ed interrotto riposo, spesse volle s'alzava nel più bel della notte da un tappeto steso sul suolo, per ispedire qualche urgente affare, per visitar le sue ronde, e per rubar pochi momenti, ad oggetto di proseguire i favoriti suoi studi(562). I precetti d'eloquenza, ch'egli aveva fin qui praticato in immaginari soggetti di declamazione, furono più vantaggiosamente applicati ad eccitare o a quietare le passioni d'una moltitudine armata; e quantunque Giuliano, per l'antica sua abitudine di conversazione e di letteratura, fosse più familiarmente istruito delle bellezze della lingua Greca, pure aveva ancora una sufficiente cognizione della Latina(563). Come Giuliano a principio non era stato destinato a sostenere il carattere di Legislatore o di Giudice, egli è probabile che la Giurisprudenza civile de' Romani non avesse richiamato alcuna parte considerabile della sua attenzione: ma ritrasse però da' suoi filosofici studj un inflessibil riguardo per la giustizia, temperato da una disposizione alla clemenza, la cognizione de' generali principj d'equità e d'evidenza, e la facoltà d'investigare pazientemente le più intrigate e tediose questioni, che potesser proporsi alla sua discussione.
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