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      Le misure di politica e le operazioni di guerra debbono soggiacere ai diversi accidenti delle circostanze e dei caratteri, e l'inesperto studente debb'essere spesso dubbioso nell'applicazione della più perfetta teoria. Ma nell'acquisto di tale importante scienza, Giuliano fu assistito non meno dall'attiro vigore del suo proprio ingegno che dalla saviezza ed esperienza di Sallustio, uffiziale elevato in grado, che tosto concepì un sincero amore verso un Principe sì degno della sua amicizia: l'incorruttibile integrità di lui era ornata dal talento di sapere insinuare le più ardue verità, senza, offendere la delicatezza d'un orecchio reale(564).
      [A. D. 356]Giuliano, subito dopo ch'ebbe ricevuta la porpora a Milano, fu mandato nella Gallia con una debole comitiva di 360 soldati. A Vienna, dove passò un inverno penoso e pieno di cure nelle mani di que' ministri, a' quali Costanzo avea confidata la direzione di sua condotta, Cesare fu informato dell'assedio e della liberazione d'Autun. Quella vasta ed antica città, non difesa che da rovinate mura e da una pusillanime guarnigione, fu salvata per la generosa risoluzione di pochi veterani, che a difesa della patria loro ripresero le armi. Nel passar ch'ei fece da Autun nell'interno delle Province Galliche, Giuliano abbracciò con ardore la prima opportunità di segnalare il proprio coraggio. Alla testa d'un piccolo corpo di arcieri e di grave cavalleria, egli preferì la più breve, ma più pericolosa delle due strade che potea fare; ed ora eludendo gli attacchi de' Barbari, ch'eran padroni della campagna, ora facendo lor fronte, arrivò con onore e salvezza al campo vicino a Reims, dove le truppe Romane avevano avut'ordine di adunarsi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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