Vedi Diogene Laerzio l. X. c. 26.
(143) Cumque alios audiam mussitare indignanter, et dicere oportere statui per Senatum, aboleantur ut haec scripta, quibus Christiana religio comprobetur, et vetustatis opprimatur auctoritas. Arnob. adv. Gentes l. III p. 103, 104. Egli aggiunge molto assennatamente: Erroris convincite Ciceronem.... nam intercipere scripta, et publicatam velle submergere lectionem, non est Deum defendere, sed testificationem timere.
(144) Lattanzio (Div. Inst. l. V. c. 2, 3) fa una molto chiara ed ingegnosa istoria di due di questi filosofi, nemici della Fede. Il vasto trattato di Porfirio contro i Cristiani era composto di trenta libri, e fu scritto in Sicilia circa l'anno 270.
(145) Vedi Hist. Eccl. l. I. c. 9. ed il Cod. Teodos. l. I. Tit. I. l. 3.
(146) Eusebio (l. VIII. c. 4. c. 17) determina il numero de' martiri militari con la seguente notevole espressione ????? te ?a? e????? t?? ???ast??... pe??ßa???, di cui non hanno renduta la forza nč il Traduttore Latino, nč il Francese. Nonostante l'autoritā d'Eusebio, ed il silenzio di Lattanzio, di Ambrogio, di Sulpicio, d'Orosio ec. si č per lungo tempo creduto, che la legione Tebea, composta di 6000 Cristiani, soffrisse il martirio per ordine di Massimiano nella valle delle alpi Pennine. Ne fu per la prima volta pubblicata l'istoria, verso la metā del quinto secolo, da Eucherio Vescovo di Lione, che l'ebbe da certe persone, alle quali era stata comunicata da Isacco Vescovo di Ginevra, che si dice averla ricevuta da Teodoro Vescovo d'Ottoduro.
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