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      S'espone dal Mahudol l'improbabilitā del racconto di Ero e Leandro, ma coll'autoritā de' poeti e delle medaglie si difende dal La Nauze, Vedi Accad. delle Inscriz. Tom. VII. Hist. p. 74. Mem. p. 140.
      (213) Vedi lib. VII. d'Erodoto, che ha innalzato un elegante trofeo alla sua propria fama, ed a quella del suo paese. Sembra che ne sia stata fatta l'enumerazione con tollerabile accuratezza; ma era interessata la vanitā, prima de' Persiani e poi de' Greci, ad amplificar l'armamento e la vittoria. Io dubiterei molto se gl'invasori abbiano mai sorpassato il numero degli uomini di qualunque paese, che abbiano attaccato.
      (214) Nell'originale "mediditerranea". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
      (215) Vedi le Osservazioni di Wood sopra Omero p. 320. Io ho preso con piacere quest'osservazione da un Autore, che in generale non par che abbia corrisposto all'espettazione del Pubblico e come critico e meno ancora come viaggiatore. Aveva egli veduti i lidi dell'Ellesponto; avea letto Strabone; dovrebbe aver consultati gl'itinerari Romani: come fu dunque possibile che confondesse Ilium con Alexandria Troas (Observ. p. 340, 341) cittā, che sono 6 miglia distanti l'una dall'altra?
      (216) Demetrio di Scepside scrisse sessanta libri sopra trenta versi del catalogo d'Omero. Per soddisfare la nostra curiositā č sufficiente il lib. XIII di Strabone.
      (217) Strab. l. XIII. p. 595. Omero descrive con gran chiarezza la disposizione delle navi, che furono tratte in terra ed i posti d'Aiace e d'Achille.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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