(224) In una delle sue leggi così s'esprime. Pro comoditate Urbis, quam materno nomine, jubente Deo, donavimus. Cod. Theodos. l. XIII. Tit. V. leg. 7.
(225) I Greci, come Teofane, Cedreno e l'Autore della Cronica Alessandrina si contengono dentro i limiti di espressioni vaghe o generali. Volendo un ragguaglio più circostanziato della visione, bisogna ricorrere a tali scrittori Latini, quale è Guglielmo di Malmesbury. Vedi Ducange C. P. l. I. p. 24, 25.
(226) Vedi Plutarc. in Romul. Tom. I. p. 49. Edit. Bryan. Fra le altre cerimonie facevasi una gran buca, la quale si riempiva con pugni di terra, che ciascheduno de' nuovi abitanti portava dal luogo della sua nascita, ed in tal modo adottava la sua nuova patria.
(227) Filostorg. l. II. c. 9. Questo accidente, quantunque preso da un autore sospetto, è caratteristico e probabile.
(228) Vedi nelle Memor. dell'Accad. delle Iscriz. T. XXXV. pag. 747, 758 una dissertazione del Danville sopra l'estensione di Costantinopoli. Egli prende la pianta inserita nell'Impero Orientale del Banduri per la più esatta; ma con una serie di minutissime osservazioni corregge la stravagante proporzione della scala, e determina che la circonferenza della città è di circa 7800 tese Francesi invece di 9500.
(229) Appresso gl'Inglesi un acro contiene un'estensione di terra, lunga 40 pertiche e larga 4.
(230) Codin. Antiquit. Const. p. 12. Egli assegna per limite dalla parte del porto la chiesa di S. Antonio. Se ne fa menzione dal Du Cange l. IV. c. VI. ma non mi è riuscito di scuoprire il luogo, dov'essa era situata.
| |
Urbis Deo I Greci Teofane Cedreno Autore Cronica Alessandrina Latini Guglielmo Malmesbury Ducange C Vedi Plutarc Romul Filostorg Vedi Memor Accad Iscriz Danville Costantinopoli Impero Orientale Banduri Francesi Appresso Inglesi Codin S. Antonio Du Cange
|