(255) Temist. Orat. III. p. 48. Edit. Hardouin. Sozomeno l. II. c. 3. Zosimo l. II. p. 107. Anon. Vales. p. 715. Se dovessimo prestar fede a Codino (p. 10) Costantino fabbricò le case pei Senatori sul medesimo esatto disegno de' loro palazzi di Roma, e diede ad essi ugualmente che a se medesimo il piacere d'una gradita sorpresa; ma tutta quell'istoria è piena di finzioni e di insussistenti racconti.
(256) Fra le Novelle dell'Imperator Teodosio il Giovane al fine del Codice Teodosiano (Tom. VI Nov. 12.) si trova la legge con cui quell'Imperatore, nell'anno 438, abolì tali concessioni. Il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. IV. p. 37) ha evidentemente sbagliato intorno alla natura di questi beni. La medesima condizione, che si sarebbe con ragione stimata un peso, qualora fosse stata imposta su' beni de' privati, si riceveva come un favore quand'era accompagnata dalla concessione di fondi Imperiali.
(257) Gillio (de Byzant l. I. c. 3.) raccoglie, e connette fra loro i passi di Zosimo, di Sozomeno e di Agatia, che riferiscono l'accrescimento, e le fabbriche di Costantinopoli. Sidonio Apollinare (in Panegyr. Anthem. 56. p. 291. Edit. Sirmond) descrive le moli, che furono gettate molto avanti nel mare: formavansi queste dalla famosa pozzolana che indura nell'acqua.
(258) Sozomeno l. II. c. 3. Filostorg. l. II. c. 9. Codino Antiquit. Const. p. 8. Si rileva da Socrate (l. II. c. 13.) che la quotidiana distribuzione della città consisterà in ottanta migliaia di s?te, che o si può tradur con Valesio per modj di grano, o supporre ch'esprima il numero de' pani, che si dispensavano.
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