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      Il Dott. Howell (Istor. del Mond. Vol. II. p. 24-77) da questi Autori ha formato un compendio molto distinto dello Stato del Romano Impero.
      (302) Tacit. Annal. IV. 11. Euseb. in Chron. p. 155. Dione Cassio nell'oraz. di Mecenate (t. VII. p. 675) descrive quali prerogative al suo tempo aveva il Prefetto di Roma.
      (303) La fama di Messala fu appena corrispondente al suo merito. Nella sua più fresca gioventù fu raccomandato da Cicerone all'amicizia di Bruto. Egli seguì le bandiere della Repubblica, finchè furon vinte ne' campi di Filippi; ed allora accollò e meritò il favore del più moderato de' conquistatori, nè lasciò di sostener la sua libertà e dignità nella Corte di Augusto. La conquista dell'Aquitania giustificò il trionfo di lui. Disputò, come oratore, a Cicerone medesimo la palma dell'eloquenza. Messala coltivò tutte le muse, ed era il protettore d'ogni bell'ingegno. Impiegava egli le sue serate in filosofiche conversazioni con Orazio; ponevasi a tavola in mezzo a Delia e Tibullo; e si prendeva piacere d'incoraggiare i talenti poetici del giovane Ovidio.
      (304) Incivilem esse potestatem contestans, dice il Traduttore d'Eusebio. Tacito esprime la medesima idem con altre parole; quasi nescius exercendi.
      (305) Vedi Lipsio Excurs. D. ad. I. Lib. Tacit. Annal.
      (306) Heinec. Elem. Jur. Civ. secund. ord. Pandect. Tom. I. p. 70. Vedi anche Spanemio De us. Numism. Tom. II. Diss. X. p. 119. Nell'anno 450 Marciano pubblicò una legge, con cui stabilì, che ogni anno tre cittadini fossero eletti dal Senato, ma col loro assenso, Pretori di Costantinopoli.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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