Contuttocciò v'è un passo d'Eumenio (Paneg. vet. VIII. 7) che con gran forza m'impedisce d'estendere il territorio degli Edui, nel regno di Costantino, lungo le belle rive della navigabile Saona.
(387) Eumen. in Paneg. Vet. VIII. 11.
(388) L'Ab. Dubos Hist. Crit. de la M. F. Tom. I. p. 121.
(389) Vedi Cod. Theod. lib. XIII. Tit. I. c. IV.
(390) Zosimo l. II. p. 115. Probabilmente si trova negli attacchi di Zosimo tanta passione e pregiudizio, quanta nella elaborata difesa fatta della memoria di Costantino dallo zelante dottor Howel Ist. del Mond. Vol. II. p. 20.
(391) Cod. Theod. l. XI. Tit. VII. leg. 3.
(392) Vedi Lips. De Magnitud. Rom. l. II. c. 9. La Spagna Tarragonese presentò all'Imperator Claudio una corona d'oro di settecento libbre di peso, e la Gallia un'altra di novecento. Ho seguìto la ragionevole correzione di Lipsio.
(393) Cod. Theod. l. XII. Tit. XIII. I Senatori si supponevano esenti dall'aurum coronarium; ma l'oblatio auri, che si esigeva dalle lor mani, era precisamente dell'istessa natura.
(394) Teodosio il Grande, nel giudizioso avviso al suo figlio (Claudian. in IV. Consul. Honor. 214), distingue la Condizione d'un Principe Romano da quella di un Monarca Parto. Per l'uno era necessaria la virtù, per l'altro bastar poteva la nascita.
(395) Non c'inganneremo rispetto a Costantino, se "crederemo tutto il male, che ne dice Eusebio, e tutto il bene, che ne dice Zosimo" Fleury Hist. Eccles. Tom. III. p. 233. In fatti Eusebio e Zosimo sono i due estremi dell'adulazione e dell'invettiva.
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