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      (451) Julian. Orat. I. p. 20.
      (452) Julian. Orat. I. p. 20, 21. Mosč di Corene l. II. c. 8-9 l. III. c. 1-9. p 226-240. Il perfetto accordo fra gl'indeterminati cenni dell'Oratore contemporaneo e la circostanziata narrazione dell'Istorico nazionale dą lume all'uno e peso all'altro. Puņ anche osservarsi, rispetto all'autoritą di Mosč, che si trova il nome d'Antioco pochi anni prima in un uffizio d'inferior dignitą. Vedi Gotofred. Cod. Theodos. Tom. IV. p. 350.
      (453) Ammiano XIV 4. fa una viva descrizione della vita vagabonda e predatoria de' Saraceni, che s'estendevano da' confini dell'Assiria fino alle cateratte del Nilo. Dalle avventure di Malco, che Girolamo riferisce in sģ piacevol maniera, si rileva, che la pubblica strada fra Berea ed Edessa era infestata da questi ladroni. Ved. Hieron. Tom. I. p. 256.
      (454) Noi prenderemo da Eutropio l'idea generale di questa guerra X. 10. A Persis enim multa et gravia perpessus, saepe captis oppidis, obsessis urbibus, coesis exercitibus, nullumque et contra Saporem prosperum praelium fuit, nisi quod apud Singaram etc. Quest'ingenua narrazione vien confermata da' cenni, che ne danno Ammiano, Rufo, e Girolamo. Le due primo Orazioni di Giuliano, e la terza di Libanio ce ne presentano una pił lusinghiera pittura; ma la ritrattazione di ambedue quegli oratori dopo la morte di Costanzo, nel tempo che ci rimette in possesso della veritą, infama il loro carattere e quello dell'Imperatore. Il Comentario di Spanemio sulla prima orazione di Giuliano contiene una profusa erudizione.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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