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      (Gregor. Naz. Orat. IV. p. 121, 122.)
      (524) Succumbere tot necessitatibus tamque crebris unum se, quod numquam fecerat, aperte demonstrans; Ammiano l. XV. c. 8. Ivi esprime con i propri lor termini le adulatrici proteste de' Cortigiani.
      (525) Tantum a temperatis moribus Juliani differens fratris, quantum inter Vespasiani filios fuit Domitianus et Titum; Ammiano l. XIV. c. 21. Le circostanze e l'educazione de' due fratelli furono tanto simili, che somministrano un forte esempio dell'innate diversità de' caratteri.
      (526) Ammiano (l. XV. c. 8. Zosimo l. III. p. 137, 138)
      (527) Giuliano ad S. P. Q. A. (p. 275, 276). Liban. Orat. X. p. 268. Giuliano non volle cedere finchè gli Dei non gli ebber significato la lor volontà per mezzo di ripetute visioni ed augurj. Allora la sua pietà gli vietò di resistere.
      (528) Giuliano medesimo riferisce (p. 274) con qualche vivezza le circostanze della sua metamorfosi, i dimessi suoi sguardi e la sua perplessità in vedersi così ad un tratto trasportato in un nuovo Mondo, dove ogni oggetto gli appariva straniero ed ostile.
      (529) Vedi Ammiano Marcellin. (l. XV c. 8. Zosim. l. III. p. 139.) Aurelio Vittore, Vittore il Giovane in Epitom. Eutrop. X. 14.
      (530) Militares omnes horrendo fragore scuta genibus illidentes, quod est prosperitatis indicium plenum, nam contra cum hastis clypei feriuntur irae documentum est et doloris. Ammiano aggiunge con una delicata distinzione; cumque, ut potiori reverentia servaretur, nec supra modum laudabant, nec infra quam decebat.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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