E intanto il babbo rimuginava le domande ultime dei bambini. - Perché non c'è? Perché non lo fanno? - E aggiunse del suo: Perché quel che si fa per i bambini in America, in Inghilterra, in Francia, non s'ha da fare in Italia?
Tante volte si fece queste interrogazioni, che alla fine giudicò utile di rispondere non colle parole ma co' fatti.
E la risposta, ragazzi miei, eccola qui.
Augusto Vittorio VECCHI
La principessa di Nenuphar.
Nr. 2 (14 luglio 1881), p. 19-21.
Vicino alla sponda destra del Ticino poco più in su del ponte di Pavia c'è un padule. L'ombreggiano i pioppi italici dal fogliame d'argento: presso alla riva i gladioli rizzano le loro lunghe spade verde chiaro e là dove la terra comincia ad essere un tantin più asciutta germogliano folti e rigogliosi i non ti scordar di me. Se vedeste a primavera com'è bello il padule della Principessa Nenuphar! Miriadi di moscerini svolazzano fra i fiori giallo d'oro del gladiolo, fra le corolle bianche delle ninfee galleggianti sull'acqua dove gli alberi specchiano la loro immagine, intorno ai calicini cilestri delle veroniche che tappezzano il prato, ai piedi dei tronchi grigi-azzurri. E poi sopra tutto codesto bel paesetto tranquillo brilla il sole tiepido di Maggio e penetra tra foglia e foglia ed accende l'argento dei pioppi, il bianco cereo delle ninfee, lo zaffiro dell'acqua, lo smeraldo del prato o la schiena bruna delle rane, le quali chete, chi sopra la foglia liscia d'una ninfea, chi abbrancata alle acute lame dei gladioli, chi seminascosta fra i giunchi, chi invece lestamente nuotando nell'acqua morta del padule bellissimo, salutano gracidando mollemente la bella giornata di sole e di ombra.
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