Basta dire che gli occhi erano due margherite nere fermate con un punto, il naso era un cerchietto fatto coll'aleppo, e la bocca una filza torta, larga quanto tutta la faccia. Eppure l'Assuntina se ne contentava. Poveretta! non aveva ancora veduto di meglio!
Figuratevi ora che effetto le dové fare la vista della bambola della Virginia, seduta graziosamente sul pedale della querce! Da principio la credé una bambina in carne e in ossa, e quasi ne ebbe soggezione, e poco mancò non le dicesse: - Buona sera, signorina! - Poi guardandola attentamente e osservando che stava tutta impettita e fissa, ed immobile, le nacque il dubbio che potesse essere una bambola, sebbene di natura differente dalle altre. Se le avvicinò pian piano, la esaminò per tutti i versi, si arrischiò fino a toccarla, prima con un ramoscello, poi con un dito... e non potendo più frenarsi, si diede a gridare: - È una bambola! è una bambola davvero. Oh com'è bella! - E per vederla meglio, s'inginocchiava avanti ad essa, e la contemplava estatica, e fra lo stupore e l'ammirazione, dimenticando la sua bertuccia, la teneva appena per una delle maniche sfilacciate, e la lasciava ciondolare e strascicare per terra. Come sei bella! - seguitava a dire, - come sei vestita bene! Sembri proprio una signorina! non ti manca che il parlare. E di chi sei? Certamente d'una bambina di quelle venute a villeggiare per qui. Deve essere pur felice! Se ti avessi io, non mi rimarrebbe altro da desiderare. Guarda che occhi vispi! che bocchina rossa! che gotine fresche!
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Assuntina Virginia
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