- Ti piace?
- Oh se mi piace!
- Saresti contenta d'averla?
- Magari! signorina mia.
- Ebbene, tu m'insegni la treccia, ed è giusto che io ti ricompensi. Tieni. La bambola è tua. Col permesso della mamma, io te la regalo.
Che cosa provasse l'Assuntina, a queste parole, è difficile dire. Sulle prime, restò a bocca aperta, cogli occhi sbarrati; e come sbalordita. Poi, voleva abbracciare la Virginia e la bambola; ma si trattenne, dubitando d'aver inteso male, tanto le pareva impossibile una tale fortuna. Infine, udendosi ripetere che la bambola era sua, e sentendosela fra le braccia, la povera bambina pianse e rise, diventò bianca come un panno lavato, e poi rossa come il fuoco, si sentì mancare le gambe, e dové mettersi per un poco a sedere. Ma tornatale ben presto la forza, non trovando parole per esprimere la sua riconoscenza, si gettò tutta contenta al collo della Virginia, che felice al pari di lei e forse più di lei, le restituiva con tutto l'affetto i suoi baci.
JACK LA BOLINA
(pseudonimo di Augusto Vittorio Vecchi)
La giunca degli uomini vecchi - (fiaba malese).
Nr. 6 (11 agosto 1881), p. 82-84.
Certe mie antiche carte narrano come migliaia e migliaia d'anni fa nella grande isola di Borneo regnasse un vecchio e savio Signore che ogni sua cura riponeva nell'assicurare ai suoi sudditi la felicità.
Seduto su d'un trono aureo e gemmato rendeva giustizia ed ascoltava il reclamo del più umile, come accettava l'omaggio dei più potenti della contrada che la Provvidenza aveva creata ricca sovra tutte le altre.
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