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      Mi rammento benissimo che se qualche volta ci spenzolavamo ambedue dal nido, per contrastarci una mosca o un bacherozzolo che portasse a noi la mamma, mi si rovesciava quasi lo stomaco vedendogli battere quelle sue miserissime ali ed allungare quelle gambacce sgraziate e secche.
      Gli vedevo un bozzetto nero nero. - Un gozzaccio scoperto... prominente... era proprio schifoso.
      La stessa bella figura, la facevo dicerto anch'io. Ma è sempre così: si veggono i difetti degli altri e ci danno noia, e ai nostri non ci si pensa nemmeno.
      La mamma ci adorava e poverina voleva bene a lui e a me ugualmente. Ma il prepotentone non appena la scorgeva col cibo nel becco mi metteva quelle sue zampacce sulla schiena e montandovi poi sopra con tutto il buzzo mi soffocava, mi sbalordiva col suo ghio... ghio stridulo, incessante ed otteneva sempre la precedenza. La mamma anche più sollecita verso di me perché più gracilino e timido trovava sempre modo di farmi avere la mia parte di nutrimento levandola magari al goloso, che voleva tutto per sé...
      Un giorno in cui era rimasta assente più del solito, mio fratello si spenzolò troppo per l'avidità di una mosca che essa ci portava, cadde dal nido e non lo rividi più.
      Dopo quel che ho detto si crederebbe che avessi dovuto non rimanerne molto contristato. Al contrario, non facevo che piangere e fui lì lì per cascare dal nido io pure, spenzolandomi come facevo di continuo per vedere dove fosse caduto.
      È inutile, tra fratelli e sorelle, ci si può contendere il possesso di una mosca.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360