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E io per dispetto a lei, stavo fermo accovacciato, respirando appena, perché spendesse più tempo a cercarmi.
- No signora, le ali non gli si tagliano - diceva il bambino tutto arrabbiato e colla voce di pianto - e se ti provi!...
Ma quella strega di donna approfittò una volta d'esser sola in casa e mi mozzò le più belle penne che avessi.
Quando il bambino tornò, apriti cielo e serrati finestra! gridi, pianti, disperazioni! Ma le ali e la coda erano tagliate e non c'era più rimedio!
- Almeno ora, si può tenere i vetri aperti - diceva lei - ci sapeva sempre di rinserrato in questa camera... eppoi perché tante storie! per quel brutto passerottaccio.
Siccome nello stato in cui essa mi aveva ridotto ero brutto davvero, mi canzonava, mi sbeffeggiava, diceva che parevo un topo... mi chiamava brutto scodato, e mi rivolgeva altre simili impertinenze. Almeno, soggiungeva, si fruga un po' sotto i mobili ora, ed eccotelo fuori subito...
Io avevo paura d'essere sbuzzato... che del resto avrei potuto farla ammattire più che mai la signorina...
* * *
Una sera m'ero accoccolato sulla traversa d'una sedia per passarvi la nottata.
Stavo tra il sonno e un dolce dormiveglia e come accade sul morire del giorno, mille pensieri cari e poetici, mi popolavano la mente. Pensavo alla gioia di possedere una buona sposa, ai figliuoletti che avrei potuto avere, e a molte altre cose tenere e affettuose... quando tu pu tum sento un tonfo, e veggo un gatto nella stanza. Cosa seguisse di me non lo so perché persi la memoria per la paura che n'ebbi.
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