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      Per qualche momento udii grandi scoppi di risate, un frastono di voci diverse che venivano dal pergolato, eppoi più nulla. Aspettai, aspettai, ma non rividi più nessuno. Per quel giorno, fui felice e indispettito al tempo stesso.
      Presi stabile dimora sul gattice ma il caro ragazzino non si fece più vedere. Dopo qualche giorno che non mi ero mosso un momento dal giardino, ero veramente indispettito della contrarietà. Imprecavo alla mia sorte... mi arrabbiavo. Essermi sfuggita subito la felicità di vedere il mio Gorettino, era crudele, proprio crudele. Perfino le parole dell'ometto vestito di nero, non mi inebriavano più.
      Stando in questa penosa aspettazione mi accadde un fatto che poteva avere per me ben triste conseguenze. Voglio narrarlo. Il terreno di quel luogo m'era stato avarissimo di lombrichi e di tutti quegli insetti, dei quali se noi uccelli non facessimo strage per nutrirci, si moltiplicherebbe spaventevolmente il numero, con danno della vegetazione, sicché oltre l'angoscia dell'aspettare senza effetto, soffrivo quasi la fame.
      Avevo un bel girare sui tronchi degli alberi, posarmi su questa e quella pianta, aguzzare la vista per discernere qualche loro uovo, un bell'essere esperto a scuoprirli nei ricoveri più nascosti; lombrichi e altri insetti, non me ne capitavano che scarsissimo numero.
      Ma ecco che mi pare di vedere un verme, muoversi sul terreno. Mi slancio là sopra, batto forte le ali e mi rialzo inorridito del pericolo che ho corso.
      Era una talpa che mi faceva la caccia, agitando un tantino il muso alla superficie della sua tana, e che mi avrebbe ghermito, se non fossi stato assai pronto a rialzarmi.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Gorettino