- No, - e mi sprofondai fra il muschio appassito.
E sorda anche a quelle umili preghiere, continuai a scivolare incalzata da altre mie sorelle ed incalzante quelle che mi precedevano finché giunsi ad una ripa d'onde una cateratta buttavasi in una riviera maestosa, che copriva miglia e miglia di foreste innondate.
Ero nel Rio delle Amazzoni.
* * *
Che maravigliose rive! che foreste interminabili.
Talvolta scorrevo tranquilla, tal altra rapida come una freccia. Ho lambito enormi zattere d'Indiani, ho colle mie compagne strappato come per giuoco, alberi giganteschi dalla terra dov'erano radicati da secoli, ho veduto affluenti del mio fiume scaricar nel suo alveo colonne d'acqua potenti come mari. E che animali strani passavano fra noi gocce! Gimnoti che per chiappar la loro preda la tramortivano scaricandole addosso una corrente d'elettricità, coccodrilli mostruosi alla vista, lenti ed inoffensivi, lamantini contro cui i jaguari delle rive ponevansi in agguato, tartarughe d'acqua dolce, che la sera a luna piena andavano a depositar le uova sulla sabbia delle isole. E sulle sponde che multiforme popolazione! Scimmie, pappagalli, corvi, tapiri, coati, jaguari, puma, tucani, rompevano il notturno silenzio della notte americana mentre splendeva la luna sulle acque glauche trascinate verso il mare dalla prepotente forza della corrente.
Ma la nostra confusione nelle onde atlantiche doveva essere premio d'una battaglia terribile.
LA PROROVOCA.
Sbarazzatami di certa creta che s'era congiunta a me quando incontrammo il Rio Madera e che mi era diventata antipatica per certe sue idee repubblicane che non s'attagliano ai miei - chiamiamoli pregiudizi - ai miei pregiudizi brianzuoli, sbarazzatami di quella creta (ripeto) che posai destramente lungo una radice di ficus elastica, me ne salii leggiera leggiera a galla e spingendo lo sguardo intorno, vidi che ero giunta alla bocca del Rio delle Amazzoni.
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