La regna Bella. Fiaba.
Nr. 21 (24 Novembre 1881), p. 321-327.
I.
In un tempo molto lontano da noi fioriva il regno di Valfelice, e se non l'avete mai sentito nominare, v'assicuro, miei cari fanciulli, che non è colpa mia. Quando successe il fatto che m'accingo a raccontarvi, sedevano sul trono due giovani sposi, il re Troilo e la regina Bella. Guerriero valoroso, legislatore sapiente, il re Troilo aveva la disgrazia di ceder troppo spesso all'ira e al sospetto, e l'ira e il sospetto gli facevano commetter delle ingiustizie che il suo smisurato orgoglio gl'impediva poi di riconoscere e di riparare.
In quanto alla regina Bella, bisogna dire prima di tutto che il suo nome era proprio indovinato. Se l'aveste veduta co' suoi capelli d'oro che quand'eran sciolti le arrivavano fino ai piedi, se l'aveste veduta co' suoi occhi azzurri e profondi, con la sua carnagione di latte e di rosa, con la sua persona alta, snella, pieghevole ed elastica come un giunco, ah miei piccoli amici, non dubito che sareste rimasti estatici ad ammirarla. Essa aveva poi un'altra qualità singolare; possedeva una voce divinamente armoniosa e una fantasia inesauribile. Nessuno raccontava una storia con la grazia con cui la raccontava lei, nessuno sapeva meglio incatenar l'attenzione degli uditori, specialmente quando ne' punti più commoventi ella s'accompagnava sopra una cetra e la sua voce, ora si alzava superba come un trillo d'allodola, ora mormorava flebile come un gemito di colomba. Perché convien notare che, in que' tempi remoti, la poesia, il canto, la musica si confondevano spesso insieme.
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