Impetuoso e violento nonostante i suoi settant'anni, Narciso aveva molta generosità d'animo, e se era pronto a sfidare un nemico potente, non era uomo da calcar il piede sul collo d'un nemico caduto. Egli dimenticò quindi in quel momento l'ingiuria fattagli dalla regina e solo avvisò ai mezzi di sottrarla alla morte. Sapendo però che coll'opporsi apertamente al re egli non avrebbe fatto che sacrificar sé stesso senza salvar lei, s'appigliò al partito di dissimulare e ringraziò il sovrano del delicato incarico che gli affidava. Non dubitasse, sarebbe servito a dovere.
Alla povera regina non fu nemmeno lasciato il tempo di baciar il suo bambino. Mentre, sull'imbrunire, ella passeggiava senza sospetto in un viale poco lungi dalla spiaggia del mare, tre uomini s'impadronirono di lei, le fasciarono la bocca, le bendarono gli occhi e la trasportarono di peso in una barca che prese il largo appena che essa vi fu deposta.
Lo spavento aveva fatto svenire la povera donna e voi potete immaginarvi ciò ch'essa provasse quando si risentì e si trovò in alto mare a faccia a faccia con Narciso e coi rematori sconosciuti.
Con un profondo inchino, Narciso le presentò il fatale decreto portante il regio sigillo.
La regina Bella era donna, era giovine, era madre, e aveva quindi mille ragioni per temere la morte. E se avesse creduto di poter con le sue preghiere e le sue lagrime stornar da sé il crudele destino, io tengo per fermo che si sarebbe abbassata a piangere e a pregare.
Ma essa conosceva il carattere irremovibile del suo sposo, vedeva d'essere in mano a un nemico e stimava indegno di sé il perdersi in vane querele.
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Narciso Narciso Narciso Bella
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