Voi che volete tanto bene alle vostre mamme, intenderete senza difficoltà, o fanciulli miei, quale dovesse essere il dolore di Sirio allorché egli non vide più la sua genitrice. Tentarono prima di dargli ad intendere che essa era partita per un gran viaggio, ma poiché egli ne domandava conto ogni giorno, si decisero a dirgli ch'era morta e che il re desiderava ch'egli la dimenticasse. All'età di Sirio, il quale aveva appena cinque anni, la morte è qualche cosa d'incomprensibile; si capisce soltanto che i morti sono andati in un luogo da cui non si ritorna più. E quest'idea aumentò fuor di misura l'afflizione del nostro povero bambino, che, come sappiamo, era di fibra delicata e nervosa. Mangiava appena quel poco ch'era necessario per non morire di fame, non c'era nulla che lo divertisse, nulla che lo facesse sorridere. Gli accessi a cui egli andava soggetto dalla nascita eran diventati più acuti, più frequenti, più minacciosi, e sebbene i racconti, la musica, la poesia riuscissero sempre a calmarlo alquanto, il rimedio era ben lungi dall'aver l'antica efficacia. Questo stato di cose s'aggravò singolarmente, prima che passasse l'anno e i medici non nascosero al re le loro inquietudini, confessando da uomini leali, ch'essi non sapevano più che farmachi ordinare.
Ora io vi dirò che ne' due punti estremi del regno di Valfelice c'erano due templi, celebri pei loro oracoli. I ministri di quei templi si vantavano di potere, in determinati casi, metter in comunicazione gli uomini con le Divinità, per avere da quelle, a viva voce, suggerimenti e consigli.
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