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      E se essa era di nobil prosapia e di aspetto piacente, il re Troilo le lasciava balenar la speranza di farla salire al suo fianco sul trono di Valfelice.
      Il duca Narciso il quale, nella sua solitudine, era informato di ciò che succedeva alla Corte, e da quanto si seppe più tardi aveva suggerito la risposta degli oracoli, il duca Narciso comprese ch'era giunto il momento di tentare un gran colpo in favore della regina Bella e partì in silenzio per l'Isola Minima.
      La regina Bella sedeva ogni giorno per molte ore vicino al parapetto di una terrazza che guardava sul mare. Essa pensava al passato, pensava alla sua casa, pensava al suo Sirio di cui nessuno veniva a darle notizie. O che faceva Narciso? S'era dimenticato di lei!
      Quando, dopo sì lunga attesa, ella vide una barchetta approdare all'isola Minima, e Narciso, ritto sulla prora, farle cenno con la mano, le fuggì un grido dal petto e corse a precipizio sulla spiaggia.
      - Sirio... come sta il mio Sirio?
      Narciso, che aveva appena messo il piede a terra domandò: - Siamo soli?
      - Sì - rispose la regina - Cimone e Neera coi figli sono all'altra estremità dell'isola a pescare... Ma tu dimmi subito, che ti conduce qui?... Sirio... mio figlio?... Parla dunque.
      - Regina Bella - rispose Narciso - tu sola puoi salvarlo.
      - Ah! il cuore me lo diceva... Mio figlio è infermo, mio figlio sta per morire... E io, disgraziata che sono, che cosa posso fare per lui.
      - Hai coraggio d'affrontare un pericolo?
      - Un pericolo, tu dici?... Mille, se occorre... Io darei la vita pel mio Sirio.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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