Egli, per sentirle, si sollevava con mezza la persona, appoggiava al braccio esile la delicata testina, e i suoi occhi brillavano, e un lieve rossore si diffondeva sulle sue gote scarne, ma ben presto ricadeva spossato sui guanciali e mormorava tristamente:
- No, non è questo ch'io voglio.
Quando la regina Bella, accompagnata dal duca Narciso e tutta avvolta in un velo, attraversò l'anticamera del principe, i cortigiani ivi raccolti si misero a bisbigliar sommessamente fra loro. E se non li avesse rattenuti la presenza del re che stava ritto in un angolo con la fronte corrugata e gli occhi fissi al suolo, certo essi non si sarebbero peritati ad esprimere ad alta voce il loro disdegno pel folle orgoglio dell'ignobile pescatrice. E qualcheduno avrebbe senza dubbio manifestato un pensiero ch'era nel cuore di tutti: - La presenza del Duca reca sfortuna. Il principe Sirio morrà prima di sera.
All'apparire di quella figura velata, il fanciullo ebbe un'impressione di sgomento e mise un piccolo grido. Ma la regina, avvicinatasi con passo presto e leggero, si curvò sopra di lui e depose un bacio sulle sue manine del color della cera.
- Oh! - egli mormorò dolcemente - Chi sei?
- Non posso dirtelo, bambino mio.
- Bambino mio! Lo chiamavano Principe, lo chiamavano Altezza. Era tanto tempo che nessuno lo chiamava bambino mio. E poi quella voce! Quando l'aveva egli sentita quella voce?
Aiutato dalla sconosciuta, Sirio si levò a sedere e disse: - Raccontami qualche storia.
La regina sedette sopra uno scanno e principiò:
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Bella Narciso Duca Sirio Principe Altezza Sirio
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