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      La vorranno essi ascoltare da me, che narro lunghe e cattive storielle agli uomini grandi e buoni? I bambini sono belli, amano le storielle e sono indulgenti col narratore...
      V'era dunque una volta, nella nostra carissima Napoli, un uomo molto strano. Io non vi dico il tempo preciso in cui egli visse la sua vita singolare, poiché a voi, bambini ridenti, non importa nulla di una data; a voi non interessano le cifre, voi la cui vita è tutta una poesia. Il tempo io lo so, poiché noi grandi abbiamo l'infelicità di sapere troppe cose inutili, di accumulare nella nostra testa tante notizie che a nulla ci valgono - lo so e non ve lo dico. A voi sicuramente interessa più di sapere com'era fatto questo uomo strano, come vestiva, che cosa mangiava, quali erano le sue abitudini ed in che consisteva la sua stranezza.
      Uditemi tutti attentamente, che qui comincia il buono.
      Questo uomo di cui vi parlo, era lungo lungo come mai uomo può essere lungo, in modo che il popolo diceva sempre che egli era cresciuto all'umido e che la mamma aveva avuto gran cura d'annaffiarlo perché crescesse, quasi che egli fosse un alberetto e non un uomo.
      L'uomo lungo era anche molto magro, con certe gambe che ballavano nei calzoni, come un manico d'ombrello in un fodero troppo largo, con certe braccia che sembravano due sottili aste di mulino sempre in moto. I mulini li avrete visti, non è vero?
      - Sì?
      - Va bene; tiro innanzi. L'uomo lungo e magro non era molto vecchio, poiché aveva tutti i capelli neri senza un filo bianco e gli occhi suoi neri, come il carbone, brillavano sempre; ma la pelle del viso era gialla come la carta pecora dei libri di vostro nonno, e si piegava tutta in mille rughe; il collo in cui i tendini erano sporgenti, rassomigliava alla zampa secca di una gallina morta.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Napoli