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      Egli era vestito sempre di nero, con certi pantaloni lustri dal grande uso, troppo corti di gamba, che lasciavano scoperti gli scarponi di cuoio grosso e le calze bucate; aveva un lungo soprabito, le cui falde svolazzavano e che si adattava male alla vita, alle spalle, al collo, di cui il primo bottone era sempre ficcato nel secondo occhiello e così di seguito. Portava al collo come cravatta un fazzoletto bianco; in testa un cappellaccio, rosso dalla vergogna, tutto ammaccature e fitte; in mano un bastone nodoso, dal pomo grosso come quello di un capotamburo.
      Nessuno sapeva chi fosse quest'uomo, ma tutti lo conoscevano poiché il giorno e la notte girava per le strade di Napoli, figura allampanata e fantastica che al lume dei lampioni assumeva proporzioni inverosimili ed al lume del sole, pareva un fantasma.
      Quest'uomo si fermava a tutte le porte, si fermava sotto tutti i balconi e metteva fuori il suo grido, aspettava un momento, poi andava via. Egli conosceva tutte le case dove erano i bambini e arrestandosi lì sotto, gridava con la sua voce stridula: Provvidenza! Allora il bambino veniva, salutava l'uomo e gli dava un soldo, o un frutto, o un pezzo di pane.
      Egli conosceva bensì tutte le case dove non erano bambini e vi si fermava sotto gridando: buona speranza! La sua voce suonava come un augurio a tutti coloro che hanno il desiderio vano dei figli, e tutti davan l'elemosina al mendico. Solo i cuori duri, quelli che sono egoisti, che non hanno mai voluto bene ad alcuno, non gli davano nulla; il mendico ne conosceva le case e non vi si fermava.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Napoli Provvidenza