Egli tra il frastuono dei carri, delle carrozze, dei mestieri rumorosi, dei venditori che strillano il prezzo della merce, gittava sempre il suo grido alto, a tutti superiore: Provvidenza, buona speranza!
Lo si udiva dalle cantine profonde, dalle soffitte altissime, dai giardini, dalle terrazze: il suo grido metteva allegria. Il povero ammalato che, confitto nel letto, guarda volare le mosche, conta i fiorami delle pareti ed i travicelli del palco, sentiva volentieri quelle parole che, dalla via, pareva gli dessero promessa di una pronta guarigione: Provvidenza, buona speranza!
L'operaio che nella sua bottega, nei calori soffocanti dell'estate, suda a tirare la sega su o gił, si rialzava pił vigoroso, quasi animato da una vaga fiducia che il lavoro diventasse meno duro, il padrone meno esigente, ed il pane meno caro: Provvidenza, buona speranza!
La madre solitaria che di notte agucchia presso il tavolino, al lume quieto di una lampada e pensa al figliuolo marinaio, imbarcato in una nave che viaggia nei lontani mari del Giappone, e trema al soffio del vento, e ha gli occhi pieni di lagrime allo scroscio della pioggia, sorride a quella voce che nell'ombra le grida di sperare: Provvidenza, buona speranza!
Ma il mendico singolare che non parlava mai con nessuno, non ringraziava mai dell'elemosina, s'intratteneva volentieri coi bambini di Napoli, ne conosceva dappertutto, ne sapeva i nomi e talvolta i piccoli segreti.
Nella strada di S. Lucia dove i bambini son bruni, magri e nervosi, rassomigliando ai pesciolini svelti del mare, egli si fermava a guardare i tonfi che fanno gettandosi nel mare, li animava con la voce, agitando il bastone, eccitando i pił bravi, applaudendo ai salti migliori; i bambini salivano a ridere con lui attaccandosi alle sue lunghe gambe, mentre a lui un riso bonario spianava le rughe e rischiarava il volto.
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