Nei quartieri nobili di Chiaia, di Toledo, della Riviera, egli guardava lungamente quelli vestiti di velluto e di trine, coi riccioli ben pettinati, gli stivalini nuovi fiammanti, le manine inguantate, che vanno a passeggiare in carrozza, o per la mano della mamma: i bei bambini non avevano paura né ribrezzo del mendico e talvolta gli davano un confetto o un pezzettino di cioccolata che egli divorava con una delizia sorridente, col capo riverso indietro, con gli occhi lucidi di contentezza.
Nei quartieri bassi del Pendino e del Mercato, dove i bambini sono pallidi e malaticci per la cattiva aria, pel cibo di frutta acerbe, egli di nascosto dava loro dei soldi e fuggiva via con le sue lunghe gambe, gridando ed agitando il bastone; nei giardini delle colline dove i bimbi sono floridi di aspetto, hanno i capelli gialli pel sole, ed i piedi nudi nella polvere, egli li chiamava a frotte intorno a sé, faceva le capriole, si buttava per terra come un pazzo e se li faceva camminare sulle gambe, sulla pancia, sullo stomaco, ridendo e strillando; poi ne agguantava un paio, li baciava disperatamente, e scappava via per le viottole, simile ad uno spaventa-passeri.
Di notte girava per le vie della città dietro ai bambini che cercano i mozziconi dei sigari e battendo in terra col bastone, coi suoi occhi di gatto che bucavano l'oscurità, ne trovava anche lui dei mozziconi e li buttava tacitamente nel cestino del piccolo trovatore; si fermava sulle soglie delle chiese dove giacciono in terra a dormire, arrotondate come cani, tante miserabili creaturine senza tetto, o sollevandole se ne metteva un paio col capo in grembo, coprendole con le falde del suo soprabitone, rimanendo immobile, al freddo, seduto sugli scalini, guardando i ricchi e gli agiati che rincasano e vanno a baciare i bambini che dormono nel calduccio del letticciuolo.
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