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      Finalmente stanchi e anche sazi si misero a sedere sotto una pianta.
      Nell'aria si sentiva una musica soave che invitava al dolce riposo. L'orchestra degli uccelli eseguiva un pianissimo pieno d'incanto e di mistero.
      Topolino e Nina si sdraiarono sopra un molle strato di erbetta e si misero a mangiare le strane frutta che crescevano lì a portata di mano. A poco a poco si sentirono avviticchiare da una tela di ragno grossa e forte come lo sverzino. Da prima eran tanto occupati a mangiare, e dopo tanto assonnati, che non se ne accorsero punto.
      Bengodi era davvero un luogo di delizie.
      (Continua)
     
     
      Dopo aver sonnecchiato e anche sognato un bel pezzo beatamente, tutti e due apersero gli occhi e videro che mentre dormivano erano cresciute vicino a loro delle frutta stupende. Topolino non aveva che da aprir bocca, per mangiare una bella pesca matura matura. Ma l'aveva appena toccata con le labbra, che si mise a strillare come un'aquila. Una vespa che stava succhiando il frutto, lo pinzò e gli disse aspramente:
      - Le frutta non crescono mica soltanto per voi due.
      Topolino seguitò ad urlare e voleva mettersi una mano al viso; ma, cosa davvero curiosa, non gli riusciva di muovere né una mano né un piede. E anche la povera Ninetta era nelle stessissime condizioni. Perché, mentr'essi dormivano, il ragnatelo che li avviticchiava era cresciuto tanto che essi non si potevano muovere.
      Povera Nina! si ricordava allora dei due brutti versi che aveva letto dietro il cancello, e si mise a piangere disperatamente.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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