* * *
E rimasero legati a quel modo e sdraiati in terra per ore e ore, ed ogni minuto che passava si sentivano sempre più stretti.
- Come vorrei che quell'ocaccia brutta non ci avesse insegnato il paese di Bengodi!
- E ancor io, - disse Ninetta frignando.
- Oh! se mi potessi muovere! anderei magari in cima al monte con il paniere peso di quella ragazzina! seguitò il bambino.
- Oh! se aveffi qualcosa da fare! barbugliò Ninetta.
Veramente pareva proprio impossibile che si potessero muovere: e per colmo di disgrazia, quei frutti che prima sembravano tanto appetitosi e belli eran diventati tutti maculati e mézzi. Non potevan mangiare nemmeno quel che dianzi faceva loro tanto gola, e c'era anche il pericolo che ora cascasse loro in bocca.
- Voglio andar via! - urlò Topolino disperato.
- Oh, proprio, lo vuoi? - disse una voce beffarda. - Non hai visto le parole che c'eran scritte dietro il cancello?
Dentro Bengodi appena entratoCon ragnateli sarai legato.
Topolino e la Nina si guardarono meravigliati; quando si videro comparire dinanzi la vecchina che li aveva pregati d'entrare in Bengodi; ma aveva un altro viso: era piena di dispetto e di malizia.
- Voglio andarmene, io! - gridò Topolino. - Io non so quello che mi dite. Io non ci voglio più stare a Bengodi. Non ci voglio stare. Voglio lavorare, non voglio più stare in ozio.
- E ancor io, non voglio ftare in ozio, - disse Ninetta.
A queste parole, la vecchia, divenne livida dalla rabbia e fece atto di buttarsi addosso ai due bambini; ma essi con uno sforzo potente ruppero i lacci e stavano già per rizzarsi.
| |
Bengodi Ninetta Ninetta Topolino Bengodi Nina Bengodi Topolino Bengodi Ninetta
|