Pagina (121/360)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
     
     * * *

     
      E rimasero legati a quel modo e sdraiati in terra per ore e ore, ed ogni minuto che passava si sentivano sempre più stretti.
      - Come vorrei che quell'ocaccia brutta non ci avesse insegnato il paese di Bengodi!
      - E ancor io, - disse Ninetta frignando.
      - Oh! se mi potessi muovere! anderei magari in cima al monte con il paniere peso di quella ragazzina! seguitò il bambino.
      - Oh! se aveffi qualcosa da fare! barbugliò Ninetta.
      Veramente pareva proprio impossibile che si potessero muovere: e per colmo di disgrazia, quei frutti che prima sembravano tanto appetitosi e belli eran diventati tutti maculati e mézzi. Non potevan mangiare nemmeno quel che dianzi faceva loro tanto gola, e c'era anche il pericolo che ora cascasse loro in bocca.
      - Voglio andar via! - urlò Topolino disperato.
      - Oh, proprio, lo vuoi? - disse una voce beffarda. - Non hai visto le parole che c'eran scritte dietro il cancello?
     
      Dentro Bengodi appena entratoCon ragnateli sarai legato.
     
      Topolino e la Nina si guardarono meravigliati; quando si videro comparire dinanzi la vecchina che li aveva pregati d'entrare in Bengodi; ma aveva un altro viso: era piena di dispetto e di malizia.
      - Voglio andarmene, io! - gridò Topolino. - Io non so quello che mi dite. Io non ci voglio più stare a Bengodi. Non ci voglio stare. Voglio lavorare, non voglio più stare in ozio.
      - E ancor io, non voglio ftare in ozio, - disse Ninetta.
      A queste parole, la vecchia, divenne livida dalla rabbia e fece atto di buttarsi addosso ai due bambini; ma essi con uno sforzo potente ruppero i lacci e stavano già per rizzarsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Bengodi Ninetta Ninetta Topolino Bengodi Nina Bengodi Topolino Bengodi Ninetta