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- Che hai? Ninetta, - disse Topolino. - Perché mi picchi così? Se vuoi dormire non mi mettere le mani addosso.
- Dio mio, che sogno! che sognaccio! - disse Ninetta.
- Raccontamelo, - disse Topolino. E si mise a sentire la storia del viaggio di Ninetta a Bengodi.
Quand'ebbe finito, Topolino si levò e disse: - Voglio andare dal babbo perché mi dia qualcosa da fare.
- Anch'io, - disse la Nina, - voglio ftudiare.
Fu la prima volta quella, in vita loro, che se ne andassero a lavorare senza fare né musi né capricci.
Paolo LIOY
I quattro musicanti. Racconto.
Nr. 3 (19 gennaio 1882), p. 33-35.
Racconta quel brav'uomo del Grimm che una volta un barocciaio si mise colle mani incrociate dietro la schiena a contemplare il suo vecchio asino; e ai racconti del Grimm bisogna credere, perché è uno dei più graziosi contastorie pe' bambini. Da una ventina d'anni quell'asino andava fedelmente al mulino e al mercato; ma ormai era agli sgoccioli: zoppo, asmatico, tramortiva a ogni piccolo passo. Il barocciaio colle mani incrociate dietro il dorso, mormorava fra i denti, crollando il capo.
- Non c'è caso, bisogna che io mi risolva a vendere la pelle per fabbricarne tamburi.
L'asino che colle sue lunghe orecchie udì la minaccia, scappò, appena il padrone se ne andò via; scappò con quanto fiato gli restava, e pensando che nel ragliare era ancora abilissimo, prese la via di Brema, dicendo fra sé: A Brema potrò iscrivermi fra i suonatori della fanfara municipale e trovare fortuna coi miei ragli.
Allegro della nuova carriera che lo attendeva, camminava camminava per valli e per monti, quando sotto una gran quercia vide un cane accovacciato che abbaiava e ululava.
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