- Tu ci hai quasi fatto paura, - disse l'asino a un gallo che, appollaiato su un albero, gridava disperatamente. - Che hai tu, e quale disgrazia ti avvenne, povero Crestarossa?
- Iih! - rispose il gallo. - La massaia mi faceva tante carezze, mi portava tanto grano, si compiaceva tutta, vedendomi bello grasso, e ora l'ho udita io che diceva: "domani è domenica, bisogna tirargli il collo!" Io me ne sono volato qui, ma da un momento all'altro sarò inseguito, acchiappato, strangolato, e messo a bollire nella pentola o ad arrostire nello spiedo.
- Bene, bene! - esclamò al suo solito l'asino. Vieni con noi a Brema, hai buona voce, potrai avere la tua parte nel concerto con noi.
Il gallo trovò accettabilissima l'onorifica proposta, e si unì anch'esso agli altri fuggiaschi.
* * *
Intanto era caduta la notte; s'era fatto un buio pesto da tagliarlo col coltello. Bisognava riposare. Il cane e l'asino si coricarono sotto un grande olmo, il gatto si arrampicò sui rami, il gallo volò sulla cima.
- Ohe, ohe! - gridò dall'alto. - Vedo là in fondo un lumicino. Certo c'è una casa.
- Bene, bene! - disse l'asino alzandosi. - Andiamo subito, poiché non mi piace punto questa locanda dell'olmo.
Il cane aggiunse, leccandosi i baffi: - Anche a me piacerebbe meglio un ricovero dove ci fosse qualche frusto di pagnotta o qualch'osso da rosicchiare.
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E così s'incamminarono verso il punto d'onde appariva il lume: era una vecchia casa solitaria abitata dai briganti.
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Crestarossa Brema
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