L'asino s'accostò subito alla finestra e guardò dentro.
- Che cosa vedi là, orecchione? - chiese il gallo.
- Che cosa vedo! - rispose a bassa voce il ciuco. - Vedo una tavola carica di ghiottonerie, e intorno molta gente che mangia e beve.
- Ci sarebbe da fare una buona scorpacciata! - mormorarono coll'acquolina in bocca il cane ed il gatto.
- Proviamoci, via! - disse l'asino. - Proviamo a cantare un quartetto; forse codesti mangioni ci faranno qualche regalo.
E così dicendo si rizzò pian piano e pose i piedi anteriori sul davanzale; poi ordinò al cane di montargli sulla schiena, al gatto di arrampicarsi sul dorso del cane, e al gallo di volare sulla testa del gatto; poi, quando tutti gli artisti furono a posto, diè il segnale con una delle sue lunghe orecchie come per battere la solfa. Allora con gran fragore, si misero d'improvviso a ragliare, ed abbaiare, a miagolare, a cantare.
I ladri spaventati dall'inaspettato fracasso, balzarono da sedere come se sotto le sedie avessero sentite le spine, e scapparono nella vicina foresta.
I quattro concertisti s'accorsero con gran gioia di essere rimasti padroni di casa; saltarono dentro, atterrando lumi, rompendo piatti e bicchieri, fecero una buona scorpacciata, e poi, ciascuno secondo il proprio costume, si sdraiarono per dormire al buio, l'asino sulla paglia, il cane innanzi alla porta, il gallo sopra una trave, il gatto sulla cenere tiepida del focolare.
Ma intanto i briganti non potevano darsi pace della improvvisa avventura. Il loro capo che si chiamava Spaccamonti, verso mezzanotte, disse ai compagni:
| |
Spaccamonti
|