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      Tutti erano maravigliati del cambiamento: qualcuno diceva che Giovanni aveva trovato un tesoro. Egli faceva buona accoglienza a tutti i poverelli, e dava loro cibi e vestiti. Pure, con l'andar del tempo, dimenticò l'antica sua condizione; il cuore gli si guastò.
     
     
     
     * * *

     
      Un giorno dava un gran pranzo: aveva invitato tutti i ricchi dei dintorni e i pezzi grossi del suo comune. La mattina raccomandò ai servitori di non lasciar entrare nessun mendico, nemmeno nel cortile del palazzo (egli possedeva ora un palazzo) perché quel giorno non si faceva limosina. Due servitori, armati di bastoni, si misero innanzi al portone, per impedire che entrasse chi non era stato invitato. Ma, al momento che s'andava a tavola, arrivò nel cortile, non si sa come né da qual parte, un vecchio mendico, tutto cenci e piaghe. Quando i due servitori che guardavano l'entrata se ne avvidero, gli corsero addosso, minacciandolo co' bastoni.
      - Come siete entrato qui? - gli domandarono. Uscite, subito!
      Al tempo stesso alzarono i bastoni per picchiarlo.
      - Fate la limosina al poveretto, per amor di Dio! - gridava il mendico con voce lamentevole.
      - Oggi non si dà niente, - fu la risposta. - Venite domani e avrete qualche cosa. Andiamo! uscite subito!
      Ma il mendico resisteva; non voleva uscire e, alzando la voce per farsi sentire nella sala del convito:
      - In nome di Dio nostro Salvatore, morto in croce per noi, generosi signori, signori caritatevoli, buttate un pezzo di pane a un povero disgraziato, che muore di fame!


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Giovanni Dio Dio Salvatore